NIGHT SHIFT 10

 

DOPPIO TURNO

 

Di Igor Della Libera

 

 

 

 

L'ombra del NecroM.O.D.O.K scivolò lungo la colonna e passò oltre. Dietro questa Tick Tock contava i battiti del suo cuore. La creatura non si era accorta del suo nascondiglio o forse non l'aveva ritenuto una minaccia degna di attenzione.

Senza il suo potere era come un impiegato di banca durante una rapina. Tutt'intorno a lui gli echi dello scontro tra le Avanzate Idee Magiche e i suoi compagni. Non guardava in nessuna direzione. Stava lì rannicchiato nella speranza che tutto finisse al più presto. Gli arrivavano solo i rumori della battaglia come i sibili energetici dei fucili dei soldati vestiti di viola, le grida folli del loro capo e i colpi sordi che ritmavano la lotta tra i membri dei Night e quelli del Twilight Shift.

Moon Huntress guardò il suo mantello trafitto dall'enorme ago del suo nemico, lo squarcio nel bianco si apriva come un sorriso sbilenco.

-Come se non bastasse combattere con qualcuno vestito come un profilattico, adesso mi tocca pure rammendare il costume, ed è una cosa che odio fare.

Evitò il secondo affondo e dopo essersi spostata di lato colpì all'avambraccio Ago. Una volta disarmato, bilanciò in mano l'arma del nemico. Nell'occhio di Ago enorme come un bubbone sul punto di esplodere, la pupilla si dilatò per inquadrare la punta d'acciaio che gli veniva lanciata contro.

L'Ago si piegò e la sua arma si conficcò nel marmo dell'altare alle sue spalle. Provò ad estrarla, ma non aveva abbastanza forza e Moon Huntress lo raggiunse stendendolo con un calcio rotante. L'Ago finì disteso come la vittima di un sacrificio, l'occhio deforme si chiuse sul mantello bianco della cacciatrice lunare.

Alfa si chinò evitando il lancio di uno dei suoi uomini. Si tappò le orecchie per non sentire lo schianto con il pavimento.

-Un'altro (un altro) fuori campo.- disse il Dark Grimm roteando la mazza da baseball che teneva in mano. A vederla sembrava una di quelle finte, un giocattolo di gomma piuma, ma la materia era ben diversa quando impattava contro i suoi nemici. Quello era il terzo soldato che finiva a cercare i suoi denti dentro il casco da apicultore.

Si stava avvicinando ad Alfa. Era a portata di tiro quando Orion si frappose fra lui e il capo dei tecnomaghi e con uno scudo crepitante di energia oscura fermò il colpo che aveva abbastanza forza da spedire in orbita la testa di Alfa.

-Immagino la faccia di chi all'ospedale ti vedrà arrivare con addosso quel ridicolo costume.- scherzò il Grimm mentre il suo volto coperto dalla maschera di cuoio si rifletteva sulla superficie di metallo che copriva la faccia dell'avversario.

Per un attimo gli sembrò di essere diventato Orion, come se il riflesso della maschera fosse stregato. Un istante fatale in cui il membro del Twilight Shift materializzò degli artigli di tenebra e li affondò nel petto del Dark Grimm.

Alfa, passata la paura di vedere il suo setto nasale risalire fino al cervello, ballava adesso davanti al Dark Grimm e lo scherniva.

-Adesso non ridi più, niente più spacconate con la tua mazza. Sai cosa dicono di quelli che la usano? Che nel reperto intimo sono piuttosto carenti.

Orion afferrò il nemico sollevandolo da terra.

Alfa seguì quel movimento senza smettere di blaterare.

-Ho una compilation di video dove Wolverine usa i suoi artigli e posso assicurarti che non è affatto un bello spettacolo anche se a dire il vero io ce l'ho perché mi eccita un casino tutto quel sangue, quella carne lacerata.

Lo sguardo di Alfa rigato dalla visiera si soffermò sull'artiglio nero di Orion. Lo vide mentre tirava indietro il braccio ed era pronto ad affondarlo di nuovo nel punto dove già il costume del Dark Grimm aveva ceduto e del sangue stava bagnando il cuoio strappato.

-Spostatevi.- gridò il Fantasma da un altro angolo della sala dei vaticini. Il grido era indirizzato alle vestali. Non voleva farsi scudo con loro, anche se il tempo perso a spingerle lontano dalla linea di tiro gli avrebbe impedito di schivare il Mangiapeccati e i suoi proiettili neri.

Incassò la raffica che lo proiettò all'indietro dentro la pozza d'acqua. Spruzzi di futuro pieni di immagini diafane si levarono, mentre il suo corpo, appesantito dalla tuta, affondava lentamente.

Il Mangiapeccati rimase sul bordo a fissare le bollicine che erano l'ultimo contatto tra il Fantasma e la superficie. Quando l'ultima esplose sentì una fitta terribile in testa. Alice Carver non fece in tempo a girarsi che un'altro colpo la stese definitivamente.

Il suo corpo cadde in avanti finendo con la testa nell'acqua miracolosa e rivelò il piccolo ometto dietro di lei. Tick Tock tremava e così l'arma che teneva in mano. Era uno dei fucili raccolti da terra.

-Non so come si spara con questo coso, ma so ancora come si dà una botta in testa.

Si proiettò verso la pozza nel momento in cui il fantasma lievitò dalle sue profondità. Aveva reso immateriale il suo corpo e ora proprio come uno spettro fluttuava nell'aria.

-Proteggi le vestali io mi occuperò degli altri membri del Twilight Shift.

La mano del Dark Grimm scivolò dentro il suo sacchetto di trucchi. Non sapeva se quello che aveva in mente avrebbe avuto effetto su Orion, ma non poteva lasciare che continuasse a scavargli lo stomaco con quei dannati artigli magici.

Più del dolore e dell'impotenza era insopportabile la voce di Alfa che gracchiava sempre più, come una puntina scheggiata su un disco.

-Un'altro colpo. Peccato che quei cosi neri non facciano Snikt. Mi piace quel suono. Mi sono fatto un cd remixandolo. Snikt. Snikt. Snikt.

Quello era il momento giusto con Orion distratto dal chiacchiericcio. Alzò la mano e aprendola soffiò dal palmo la polverina che aveva preso. Orion se la trovò addosso. Non sentì nulla, mentre questa passò la difesa della sua maschera.

 -E questo sarebbe il meglio del tuo repertorio? Mi chiedo come abbiate fatto a sopravvivere per tutto questo tempo.

Alfa non lo sapeva, ma quella sarebbe stata la sua ultima battuta.

Orion mollò incredibilmente la presa, sollevò le braccia e le portò davanti al volto.

-Le mie mani... non sono più di carne e ossa, ma di marzapane, il mio corpo sa di zenzero... è fatto con la pasta dei biscotti.

Alfa lo guardò come se fosse impazzito.

-Ma che stai dicendo?! Sei come prima. E' tutta un'illusione.

Lo era, ma il pugno che lo stese era invece molto reale. La mano del Dark Grimm, infilata in un guantone da boxe, ottenne il risultato sperato.

Alfa si inginocchiò al suo fianco come farebbe un arbitro sul ring.

-Forza... non c'è ancora il suono del gong, rialzati. Se non vuoi farlo per me fallo per ADRIANA.

-Le tue citazioni a sproposito mi hanno proprio stufato- Il Dark Grimm lo afferrò per un braccio strattonandolo.

Alfa chiuse gli occhi aspettandosi un colpo doloroso e invece non successe nulla. Li riaprì. Il Dark Grimm non c'era più. Sospirò sollevato e si rialzò.

-Alla fine vi nascondete dietro costumi paurosi e carriere criminali, ma siete pur sempre eroi e gli eroi non fanno male a un cattivo indifeso. E' bello constatare che c'è ancora chi rispetta le vecchie care regole.

Poi sentì qualcosa avvilupparsi intorno alle sue caviglie e ai polsi e infine.

-Noooo.- le budella sull'altare si erano mosse come serpenti e l'avevano imprigionato. E ora lo trascinavano via come farebbe l'uomo nero con un bambino molto cattivo. Il suo gridò si dissolse quando venne inghiottito dall'angolo più buio della sala.

La bava gocciolava verdastra dalla bocca dei Necro.M.O.D.O.K.

C'era quasi silenzio nella sala dei vaticini e quelle grosse gocce dense risuonavano sul pavimento. Il Fantasma aveva visto i due colossi marcescenti bloccarsi. Niente più scariche mentali dai loro neuroni putrefatti. Era come se gli avessero staccato la spina. Erano poco più che vegetali in decomposizione.

-Che diavolo?- si chiese il Fantasma sapendo che dietro a quel cavallo donato ci poteva essere una trappola. In realtà tra le due sedie comparve Wicked.

Non era più accompagnata da spettri che erano il ricordo di epoche lontane, ma eri lì con le mani sui poggioli dei troni fluttuanti e tristi dei M.O.D.O.K zombies.

-Fermo. Ho bloccato io questi esseri. Come tutte le creature morte posso farne quello che voglio.

Il Fantasma non capiva il perché di quel voltafaccia.

-Non ho cambiato barricata. L'A.I.Magiche ha giocato con il mio cervello come ha fatto con quello dei miei compagni. Ci ha costretto ad attaccarvi, ma noi siamo dalla vostra parte. Il fatto di poter comunicare con i morti deve avermi permesso di liberarmi dell'influenza maligna.

-Allora devo ringraziarti per avermi salvato da quei cosi.

-Traditrice!!

Irruppe Moon Huntress e nella sua voce c'era profonda tristezza nel vedere la sua amata abbandonarla e passare con quelli che la cacciatrice credeva essere ancora i cattivi della storia.

Wicked provò a farla ragionare.

-Sei ancora sotto il controllo dell'A.I.Magiche, usa il potere del dio sciacallo. Una divinità non può essere imbrigliata e nemmeno i tuoi pensieri possono avere un padrone. Cerca di ricordarti di quello che proviamo l'una per l'altra.

Il Fantasma rimase lì a fissare le due combattenti.

Si squadrarono per attimi che sembrarono infiniti. Il duello delle amanti poteva iniziare da un momento all'altro. C'era una tensione quasi fisica tra loro come se corde invisibili le trattenessero dall'attaccarsi subito, una barriera che era fatta da quei sentimenti che nessun lavaggio del cervello poteva cancellare.

Il Fantasma doveva occuparsi dei suoi compagni.

La resistenza dell'A.I.Magiche era stata fiaccata, i soldati giacevano in terra. Passando vicino alla pozza nelle cui acque galleggiava il futuro non vide altro che l'incresparsi della superficie, senza che ci fossero immagini a turbarne la calma liquida. Tick Tock lo raggiunse con le vestali e così fece il Dark Grimm, sostenendo a forza L'Ago che non si era ancora ripreso.

-Dobbiamo andarcene di qui.

Disse il Grimm indicando il portale da cui erano entrati.

-Abbiamo vinto eppure ho come la sensazione che ci sia qualcosa di storto in tutta questa faccenda.- replicò il Fantasma che non riusciva mai a vedere il bicchiere mezzo pieno.

-Andiamocene. L'A.I.Magiche ci penserà due volte prima di tornare a pestarci i piedi.

-Ma non abbiamo saputo perché sono venuti da noi, né cosa stanno cercando.

Moon Huntress arrivò silenziosa alle sue spalle e quando parlò fu come se la voce venisse dal nulla.

-Verremo con voi. Ricordiamo delle cose del nostro breve periodo di prigionia, potremmo esservi utili.

Wicked annuì.

-E i vostri amici? Non possiamo lasciarli qui. Sono privi di sensi, ma quando li riprenderanno saranno ancora dei burattini nelle mani di quegli invasati.

Moon Huntress avvertì qualcosa nell'aria.

-Li lasceremo qui. Fidatevi è meglio così. Verremo a riprenderli. E' una promessa. Lo giuro sul mio spirito guida.

Tick Tock era collegato con l'energia temporale di quel luogo. Non la sentiva più nelle vene come prima, ne la sua pelle era percorsa da quel pizzicore statico. Le lancette del suo orologio tornarono a muoversi.

-Ha ragione, sono tornato a vedere il futuro, una briciola alla volta. Nei prossimi 60 secondi, se non ce ne andremo di qui, avremo altra compagnia.- tutti lo guardarono chiedendo qualcosa di più chiaro di una minaccia evanescente.

-L'A.I.Magiche sta per lanciarci un'altra ondata di soldati e noi siamo feriti, provati dalla battaglia.... non serve vedere avanti nel tempo per capire che potremmo finire tutti nelle loro mani.

La decisione era presa. La sala dei vaticini fu la muta testimone del ritorno dei Night Shift più Moon Huntress e Wicked e le vestali nella nostra realtà. Quando anche l'ultima piega nell'etere creata dal portale scomparve dal ventre di buio si sprigionò la voce di Alfa.

-Tu cosa ci fai qui?

-Sono venuto a liberarti e, dopo i fallimenti in serie della tua gestione, a prendere il tuo posto.

Rispose l'uomo e poi con due colpi precisi di fucile recise le budella che bloccavano  l'alleato. Il capo uscì fuori alla luce spettrale della sala. Barcollava.

-Perché non sei intervenuto con altri uomini?- Alfa sembrava non aver capito che quello era il momento del passaggio delle consegne.

-Stavi mandando tutto all'aria. La trappola non sarebbe mai scattata, se avessi continuato con il tuo patetico piano.

-Non riprendere con la solfa del maestro delle trappole, sappiamo entrambi da dove vieni. Se non  avessi fatto parte della lista dell'A.I.Magiche saresti ancora in carcere a parlare con uno psicologo dei tuoi disastri personali. Qual è stato l'ultimo?

Alfa si sedette su un altare cercando di non guardare gli uomini stesi tra le colonne e i due del Twilight Shift ancora svenuti.

-Mi sembra che non hai capito di essere arrivato al capolinea.

-I miei M.O.D.O.K... guarda come li hanno ridotti!!

Alfa corse dalle sue creature.

-Ti sei affidato troppo alle tue mediocri arti oscure e alla tua scienza da assistente del M.I.T.

La voce usciva dal buio, ma il suo possessore rimaneva lì nell'oscurità. Quel tono perseguitava Alfa che sapeva, anche se faceva di tutto per negarlo, che non gli rimaneva molto da vivere.

-Non ti darò la soddisfazione di uccidermi.- raccolse da terra un fucile.

-Non era mia intenzione e voglio che tu sappia che non c'è nessun rancore tra noi.

-Solo un fucile con la canna piantata sotto il mio mento.- disse amareggiato Alfa avvicinando il dito al grilletto. Il pentacolo iniziò a risplendere di riverberi viola.

-Pensi che farai meglio di me?

-Non sarà difficile. Cosa hai ottenuto con i tuoi barbari sistemi? Quanti uomini hai perso nell'attacco a villa Folsomm e oggi? Ammetto che la mancanza di due pedine fondamentali nell'attacco di oggi poteva mandare tutto all'aria.

-I Twilight Shift sono solo un'altra manica di falliti. Te li lascio volentieri insieme a questo dannato titolo. Da quando sono Alfa non sono stato altro che questo, non mi ricordo nemmeno il mio nome.- Il dito ora premeva leggermente il grilletto.

-Perchè tu lo sappia è da un po' che le alte sfere avevano deciso per la tua sostituzione. Con te era ormai chiaro che non avrebbero mai avuto il potere che cercano. Non sei stato capace di fare nemmeno un patto con il diavolo e a quanto ne so è tra le prime cose che insegnano all'accademia dell'A.I.Magiche.

-Perchè proprio te? Non sei mai stato un mistico, non hai mai avuto nulla di esoterico, avevi solo la tua dannata...

L'ultima parola non superò mai le labbra di Alfa perché il fucile esplose portandosi via in una fiammata violacea mezza faccia.

Cadde in terra e una pozza di sangue e materia grigia si allargò dal suo cranio aperto in due. L'uomo che parlava andò verso quel corpo senza più vita a fissare per l'ultima volta gli occhi  che galleggiavano nella carne bruciata.

Sembrarono ricambiare lo sguardo come se Alfa sfidasse dall'inferno il suo successore.

-E questa è fatta. Alfa ha avuto la sua liquidazione.

L'uomo si allontanò verso il portale che si stava aprendo davanti a lui.

 

***

 

Sheppard stava guardando il menù da qualche minuto. Continuava a scorrere le varie offerte con il dito anche se sapeva che non avrebbe preso nulla, al massimo una bibita dietetica.

Leowitz preferiva occhieggiare Falena da dietro la sua lista, cercando di non farsi sorprendere dalla donna che fino a qualche ora prima aveva cercato di uccidere.

Cowan appoggiò il cellulare sul tavolo.

-Ho appena parlato con il mio amico hacker. E' sicuro, utilizzando i dati del blog forniti da Ragy, di riuscire nel giro di mezza giornata a trovare dove sta il misterioso uomo della chat o almeno  rintracciare il computer che ha utilizzato per comunicare con i ragazzi.

-Bene quindi possiamo levare le tende.- sentenziò Falena.

-Pensavo che tra noi ci fosse qualcosa, insomma abbiamo combattuto contro una minaccia soprannaturale. Sono cose che legano.

-E infatti ci ha legati tutti e due. Ho ancora i segni sui polsi e credo che la circolazione del sangue ci metterà un po' a tornare normale.- intervenne Sheppard guardandosi le mani.

Ragy si sentiva il più colpevole, aveva trascinato i suoi amici e quel gruppo di sconosciuti vicino alla morte.

Lo Straccione rimaneva in silenzio custodendo il piedistallo del proiettore.

Lo teneva sulla poltrona foderata di rosso e verde, colori che si trovavano un po' ovunque in quel locale, sul bancone, sulle tende alle finestre perfino sul juke box infilato tra una slot machine e un biliardino a cui mancavano un paio di giocatori.

Falena aveva lasciato correre sul commento di Leo.

Dansen Macabre stava al suo fianco e diversamente dagli altri aveva ordinato e stava addentando il suo panino con una certa aggressività, come se volesse inghiottire insieme alla carne, alla lattuga e alla salsa barbecue i ricordi di quella notte.

Cowan si alzò.

-Ragazzi promettetemi che non farete più nulla di irresponsabile, che non seguirete più i consigli di qualcuno che avete incontrato in rete.

Leowitz scherzò.

-Le ragazze sono escluse.

-Siete proprio dei creduloni, non penserete mica che le ragazze online che ci stanno siano davvero ragazze.- stilettò Falena.

Dansen Macabre sollevò la testa dal panino. Faceva uno strano effetto vedere una danzatrice indiana darci dentro così con le calorie americane.

-In India non ci sono panini così buoni. Devo ammettere che da quando sono in America ho sfruttato poco le possibilità di conoscere meglio questo paese. Devo rimediare.

Sheppard puntualizzò con la voce che era praticamente la stessa di quando un’entità cinematografica maledetta ne possedeva il corpo.

-L'ultima volta che ho controllato in India le vacche erano sacre. Mucche come quelle che almeno in un 1 per cento sono presenti nell'impasto del tuo delizioso cibo. Stai commettendo un sacrilegio.

Dansen lo ignorò totalmente, non Falena anche se il suo bersaglio era Leo e il suo sguardo appiccicato come un post-it al suo decoltè.

-Non solo per gli indiani le vacche sono sacre vero Leo?

-Fosse per me ti adorerei per tutta la vita.- rispose.

Falena a quel punto si infilò la giacchetta e disse.

-Torniamo alla base.

-Buffo da come hai pronunciato questa frase sembra quasi che voi siate super eroi in borghese. Non hai detto torniamo a casa o all'appartamento che divido con la mia coinquilina anoressica, se ci avete fatto caso tutte le coinquiline hanno un qualche problema... secondo me è colpa dello standard che impongono certe situation comedy...

Leo lo sgomitò.

-Fermo, se ne sono già andati.

Davanti ai tre ragazzi non c'erano che posti vuoti.

 

***

 

 Lucciola aveva adagiato Lupa sulla poltrona ed era riuscita a fasciarle il petto alla meno peggio. Si guardò le dita sporche del sangue dell'amica. Nello studio non c'era un posto dove lavarsi, dove toglierselo di dosso. E non poteva uscire, non con quelle cose che respiravano dietro i vetri e i rumori costanti che riempivano il corridoio fuori dalla porta. Doveva resistere sperando che i suoi compagni tornassero presto dalle loro missioni. Prese dei fogli dalla scrivania e si pulì con quelli. Il sangue lasciò le sue impronte sulle pagine bianche. Tornò da Lupa senza riuscire a guardare il suo volto sofferente e quelle labbra ispide che aveva baciato. Si sistemò al suo fianco e le prese la mano.

Fu allora che avvertì il soffio leggero dietro il collo. Si voltò non credendo ai suoi occhi. C'era il fantasma di Barton Grimes. Indossava il suo costume da fratello Grimm anche se la sua forma evanescente smorzava i colori vivaci della tuta. Non portava la maschera con il teschio grottesco, la teneva sotto il braccio come il fantasma senza testa delle leggende.

Sussurrò con la voce da ectoplasma.

-Come sta?

-Male. Ho bloccato l'emorragia, ma sembra che qualcosa impedisca ai suoi poteri animaleschi di rigenerare in fretta la ferita.

-La cosa di cui stai parlando è fuori dalla casa in attesa di trovare il varco giusto ed entrare  e prenderci tutti.

Lucciola si arrabbiò con lui anche se non poteva mascherare del tutto la gioia di non essere più sola, di avere un compagno, anche se morto, al suo fianco.

-Questo lo so, dimmi qualcosa che non conosco. Dove sei stato? Perchè compari solo adesso?

-E' come una tempesta strana, malvagia. Disturba le presenze dell'oltre tomba c'è voluto un po' per vincerla, prima mi spazzava via come fossi stato una foglia secca, ma adesso riesco ad ancorarmi tra le due realtà. Sto in mezzo tra i vivi e i morti. Qui il vento è meno forte.

-Cosa sai di medicina?

-Niente.

Lucciola si era alla fine accorta del suo nuovo vecchio aspetto.

-Sei riuscito a rifarti il costume. Stai imparando a manipolare l'ectoplasma di cui sei composto.

-Non è una cosa bella da dire, ma si hai ragione. Non c'è per caso qualche potere da fantasma che possa aiutare Lupa?

-Non credo che tu sia abbastanza forte da darle un po' di energia. Gli spettri sono forme di energia intrappolate tra le due dimensioni. Potresti attingere alla tua...

Barton si preoccupò anche se angoscia e dubbio non avrebbero dovuto intaccarlo più. Le emozioni rimanevano fuori dal regno dei morti, eppure un po' dell'insicurezza da vivente tornò a riaffacciarsi sul suo volto biancastro.

-Posso provarci...

-Lupa potrebbe non superare la notte...- gli occhi di Lucciola ricaddero sul bendaggio dove il rosso del sangue aveva quasi cancellato il bianco della garza.

-L'emorragia non si ferma più, dobbiamo portarla via da qui, da questa casa il prima possibile.

-Incontreremo la cosa che l'ha aperta in due.- titubò lo spettro.

-Non mi importa.- Lucciola sentiva le dita di Lupa sempre più fredde, la vita stava abbandonando il suo corpo. Non voleva che diventasse un altro spettro di quella casa da incubo.

Barton si voltò, lui sentiva le altre presenze anche prima di Lucciola. Quando lo fece qualcosa iniziò a battere sulla porta chiusa. Colpi sempre più forti fino a quando i cardini non cedettero e la porta si spalancò brutalmente.

-Cosa diavolo sta succedendo qui?

Sulla soglia c'era il Fantasma. Le mani strette a pugni.

Lucciola non aveva sentito la sua voce o forse era stata la casa a soffocare le parole del Fantasma. Barton sapeva di essere invisibile e fluttuò tra il suo ex capo e suo fratello nei panni del Dark Grimm. Appoggiato in terra c'era l'Ago. Vicino a lui Tick Tock e due donne mascherate che non conosceva.

Lucciola corse dal fantasma e lo abbracciò.

-Portami via di qui, la casa ha cercato di uccidere me e  Lupa.

Il Fantasma la scostò gentilmente e andò da Lupa.

-Ha bisogno di cure immediate.

Su quelle parole la licantropa aprì gli occhi. La sua mano si mosse e strinse un lembo del mantello del Fantasma.

-Niente ospedale. Ho bisogno di riposo e basta...

Con l'altra mano prese le bende e la strappò dal punto dove era stata ferita.

Lo squarcio si era ridotto e anche il pelo sembrava meno insanguinato.

-Sta guarendo... non c'è più la forza che fermava il mio recupero.- disse e la voce era abbastanza forte da rincuorare Lucciola. La ragazzina vide il Fantasma prendere tra le braccia l'amica e poi uscire dalla stanza.

-Ce la farà.- gli sussurrò Barton Grimes prima di sparire di nuovo.

 

Continua...

 

Prossimo episodio: Il protagonista assoluto sarà il nuovo Alfa di cui scopriremo l'identità segreta e come è diventato il nuovo capo dell'A.I.Magiche.